Attività letteraria
L’attività di scrittore di Piero Grima si riferisce a lavori prettamente clinici e di ricerca scientifica che lo hanno visto autore protagonista di numerosi articoli (circa un centinaio) pubblicati su riviste nazionali ed internazionali e di due monografie che riassumono la lunga attività di ricerca effettuata nei dieci anni di insegnamento universitario “Virus e Tumori” edito da Masson e “il Sistema Interferon” edito da SBM. Il secondo filone, puramente letterario, inizia alla fine degli anni ’60 e comprende romanzi e racconti di tipo intimistico con al centro la figura dell’uomo in perenne ricerca del significato del vivere “La strada degli alberi”, “L’uomo che rubava la luna”, “il Caffè delle Rose”, “Orme” “Kalem”, “Occhi di cenere”, “Quando sorge la luna d’agosto” ed “I sogni dell’alba” tutti editi da Nuovi Autori di Milano.
Questi scritti rimangono a lungo “nel cassetto” e verranno pubblicate solo tra il 1994 ed il 2006. Influenzato da vissuti spesso drammatici e talora sconvolgenti intuibili per colui che si accosta ogni giorno ad una umanità sofferente, Grima proietta queste forti sensazioni nei personaggi dei suoi libri che appaiono, di conseguenza, come figure già vissute e quasi predestinate dotate dell’immensa forza della memoria. Così Grima, attento custode della loro esistenza, risulta ancora una volta protagonista nel sorvegliare gelosamente il senso dell’esistenza e deliziosi, e talora struggenti, frammenti di vita che trovano pieno vigore in un prezioso gioco di rimembranze.
Tutto questo, in uno stile docile e quasi fiabesco che sottende urla a volte disperate, in un messaggio urgente ma ancora troppo scomodo.
I personaggi di Grima non appaiono, certamente, rassegnati né vinti, ma, sempre,consapevoli di un ineluttabile e selvaggio fluire della vita che pare essere il solo, vero, destino dell’uomo. L’unico rifugio che consente all’uomo di non disperare è l’amore, vera salvezza dell’animo umano. Dopo il 2006, tormentato dalle continue ambasce e dalle inutili ricerche esistenziali, Grima, se pure con rammarico, ma con coraggio, abbandona il filone iniziale per dedicarsi alla letteratura poliziesca che da sempre lo appassiona. Si ispira a G. Simenon e, sulla scorta di Maigret, crea il suo personaggio: il “Commissario Santoro“